Di notte alzando lo sguardo al cielo è possibile ammirare la volta celeste. E in questo cielo stellato spiccano luminosi alcuni punti con luce fissa: sono i pianeti del Sistema Solare. E’ facile distinguere soprattutto Giove e Venere che sono i più luminosi e anche Marte che si nota per il suo colore rosso. Qualche difficoltà in più la si ha per trovare Saturno, mentre per Urano, Nettuno e Mercurio è necessario l’ausilio di un telescopio.
Viene poi naturale pensare in grande, ipotizzando (in realtà lo supponeva già Isaac Newton nel lontano 1713) la presenza di pianeti orbitanti intorno ad altre stelle: i pianeti extrasolari.
La prima conferma è avvenuta nel 1992 quando furono scoperti due esopianeti orbitare intorno ad una pulsar.
Tre anni dopo, nel 1995, Michel Mayor e Didier Queloz, annunciarono la scoperta di un pianeta simile a Giove orbitare intorno ad una stella simile al Sole, 51 Pegasi. Questa scoperta gli è poi valsa il premio Nobel nel 2019.
Da quel giorno è cambiata ancora una volta la nostra concezione dell’Universo. Alla data odierna sono almeno 5000 i pianeti extrasolari scoperti. Tanti sono simili alla Terra, altri ancora simili a Nettuno o a Giove. Ce ne sono altri che non sono presenti nel nostro Sistema Solare come le SuperTerre o gli Hot Jupiters, ognuno di questi che orbita intorno alla propria stella (o a più stelle nel caso di sistemi multipli).
Ma esistono anche pianeti che non orbitano intorno a nessuna stella, che vagano solitari nello spazio. Si tratta dei pianeti erranti detti nel gergo inglese free floating planets.
Ancora non è chiara la loro origine: l’ipotesi più plausibile è che si siano formati dal disco protoplanetario di una stella e poi a causa di giochi gravitazionali siano stati espulsi per vagare nello spazio. Si ipotizza che anche nel Sistema Solare fosse presente un pianeta tra Giove e Saturno che poi è stato espulso.
Secondo le stime ci sarebbero miliardi di pianeti erranti solo nella nostra galassia.
Attualmente ne sono stati scoperti poco più di una decina, con altri candidati pronti da essere confermati o scartati con ulteriori studi. Il range delle masse dei free floating planets scoperti è abbastanza vasto. Si va da pianeti delle dimensioni di Giove fino al limite delle nane brune (in questo caso si è ipotizzata anche una nuova specie detta sub-nana bruna) fino ad arrivare a pianeti dell’ordine di Marte. O addirittura potrebbero essere state scoperte delle esolune orbitare intorno a questi pianeti vagabondi.
Ma gli astronomi sono andati oltre tutto ciò. Infatti sono stati teorizzati anche i pianeti erranti extragalattici, ossia pianeti che vagano erranti al di fuori della nostra galassia. Ovviamente con la tecnologia attuale sarebbe estremamente difficile poterli rilevare direttamente. Mediante metodi indiretti si potrebbe invece ottenere qualche informazione, per esempio utilizzando il lensing di quasar.
Al momento l’unica tecnica possibile per rilevarli è quella del microlensing gravitazionale e in futuro ci sarà il Nancy Roman Space Telescope, il cui lancio è previsto nel 2027, che potrà fornirci delle risposte su questi oggetti misteriosi.
A cura di Paolo Rota
Fonti
Michael Perryman – The Exoplanet Handbook, 2nd Edition (2018, Cambridge University Press)
