CIBO PER BUCHI NERI

Grazie al telescopio Hubble è stato possibile osservare, in luce ultravioletta, un buco nero “inghiottire” una stella.
Questi eventi, detti di distruzione mareale, non sono molto rari, tuttavia sono di difficile osservazione.
Gli eventi di distruzione mareale si verificano quando una stella si avvicina all’orizzonte degli eventi di un buco nero supermassiccio e i gas che formano la stella iniziano a disperdersi a causa delle grandi forze mareali. La stella viene quindi distrutta lasciando un anello di polveri e gas intorno al buco nero.

Il primo rilevamento dell’evento risale al 1° Marzo 2022 grazie all’ All-Sky Automated Survey for Supernovae, una rete di telescopi terrestri che osserva il cielo extragalattico all’incirca una volta alla settimana per eventi violenti, variabili e transitori che stanno plasmando l’universo.

Sequenza di illustrazioni artistiche che mostrano come un buco nero divora una stella che si avvicina ad esso. Quando la stella passa vicino al buco nero, i gas esterni vengono trascinati nel campo gravitazionale del buco nero comportando la distruzione della stella. I resti stellari formano un anello a forma di ciambella intorno al buco nero.
CREDIT: NASA,ESA, Leah Hustak (STScl)

Hubble è il più famoso telescopio spaziale della storia, il primo del suo genere in grado di lavorare nel visibile, nell’infrarosso e nell’ultravioletto. Il suo lancio risale al 1990 grazie ad un progetto di cooperazione internazionale tra NASA ed ESA. Il telescopio è gestito dal Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt. Grazie ad Hubble abbiamo ottenuto alcune delle più dettagliate immagini nella luce visibile e ci ha permesso di viaggiare lontano nello spazio e nel tempo.

Il telescopio spaziale Hubble catturato da un astronauta a bordo dello shuttle Atlantis il 19 maggio 2009.
CREDIT: NASA

Hubble, tuttavia, non possiede le capacità risolutive per fotografare in modo dettagliato l’evento  di distruzione mareale denominato AT2022dsb, in quanto la stella si trova a quasi 300 milioni di anni luce di distanza da noi.
Ciò che è stato possibile fare, è sfruttare l’alta sensibilità ultravioletta di Hubble per studiare la stella distrutta.
Dato che la maggior parte degli eventi di distruzione mareale catturati fino ad oggi sono stati osservati nella banda X, le nuove osservazioni in luce ultravioletta risultano rivoluzionarie, in quanto la spettroscopia ultravioletta permette di ricavare informazioni importanti sull’evento stesso.
I dati spettroscopici ottenuti mostrano tracce di idrogeno, carbonio e altri elementi chimici, fornendoci, quindi, informazioni sul materiale che orbita intorno al buco nero (e che prima apparteneva alla stella).
La ciambella che si forma dopo la disintegrazione della stella è nota come toroide e in questo evento ha le dimensioni del sistema solare. Le osservazioni, inoltre, mostrano un vento stellare dal buco nero che viene proiettato verso di noi a una velocità pari al tre percento della velocità della luce.

«La stella viene fatta a pezzi e il materiale si fa strada nel buco nero. Ci sono modelli che descrivono quello che si ritiene accada, e poi c’è quello che si vede effettivamente. Questo è un posto eccitante per gli scienziati: proprio all’interfaccia tra il noto e l’ignoto» commenta Peter Maksym, ricercatore del Center for Astrophysics Harvard & Smithsonian a Cambridge, che ha presentato lo studio  durante il 241esimo meeting dell’American Astronomical Society.

A cura di Vito Saggese

Fonti:

https://www.nasa.gov/feature/goddard/2023/hubble-finds-hungry-black-hole-twisting-captured-star-into-donut-shape

https://www.media.inaf.it/2023/01/17/cosi-un-buco-nero-divora-chi-passa-troppo-vicino/

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