IL TRANSITO DI MERCURIO OSSERVATO DAL SATELLITE SOLAR ORBITER

Sono trascorsi tre anni dal lancio della missione spaziale congiunta tra Nasa ed Esa “Solar Orbiter”; missione progettata per ottenere misurazioni dettagliate dell’eliosfera e vento solare.
Solar Orbiter ci permette di studiare il sole da una distanza ravvicinata e di osservarne le regioni polari da un’orbita al di fuori del piano dell’eclittica.

Gli obiettivi scientifici della missione vengono realizzati grazie alla presenza di dieci strumenti. Il satellite ha raggiunto la sua posizione operativa dopo due anni dal lancio, posizionandosi in un’orbita altamente ellittica che lo porta a trovarsi a sole 0,28 UA dal Sole (1 UA è la distanza media tra Terra e Sole), una distanza inferiore a Mercurio, il pianeta più interno del nostro Sistema Solare.

Recentemente la sonda è stata capace di osservare un transito di Mercurio davanti la nostra stella. Durante questo evento è stato possibile vedere il cerchietto nero del pianeta attraversare il disco del Sole.

I transiti planetari da sempre sono utilizzati per ricavare informazioni sui pianeti, l’osservazione di Venere e Mercurio sul disco solare era utilizzata per determinare le loro distanze dal Sole.
Oggi il metodo dei transiti è il metodo più importante con cui cerchiamo i pianeti extrasolari, pianeti che orbitano intorno ad altre stelle.
Infatti, quando avviene un evento di transito planetario, la luce della stella viene leggermente oscurata dal pianeta e noi riusciamo a vedere questo calo di luminosità che poi riconduciamo alla presenza di un corpo orbitante intorno alla stella.

Il metodo dei transiti per lo studio degli esopianeti viene impiegato dalle missioni spaziali K2, la missione dell’ESA CHEOPS e sarà impiegato dalla missione PLATO, il cui principale obiettivo è quello di trovare pianeti simili alla Terra che orbitano intorno a stelle simili al nostro Sole. Da terra, invece, Ariel studierà le atmosfere di tantissimi nuovi pianeti sfruttando la luce che attraversa l’atmosfera quando il pianeta passa davanti alla propria stella.

Questo transito di Mercurio ha offerto ala missione Solar Orbiter un importante opportunità per calibrare gli strumenti. Essendo Mercurio un corpo celeste ben conosciuto è stato possibile migliorare le calibrazioni, conoscendo meglio come i vari sensori rispondono ai segnali luminosi; ottenendo così una migliore qualità dei dati raccolti.

A cura di Vito Saggese

Per saperne di più: https://www.media.inaf.it/2023/02/21/solar-orbiter-transito-mercurio/

Crediti: Esa & Nasa

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