Oggi, 8 marzo, ricorre la Giornata Internazionale della Donna ed in tale occasione abbiamo deciso di raccontarvi la storia di una scienziata speciale.
Sicuramente molti conosceranno Marie Curie, Rita Levi Montalcini o Margherita Hack, donne di scienza dall’operato impareggiabile, eppure oggi ci soffermeremo su una persona altrettanto speciale, purtroppo non sempre ricordata dai più, che ha posto le basi per lo studio della cosmologia moderno attraverso una scoperta sensazionale. Henrietta Swan Leavitt nacque nel 1868 a Lancaster, nel Massachusetts. Frequentò l’Oberlin College e si laureò al Radcliff College nel 1892, frequentando in seguito la “Society for the Collegiate Instruction of Women” ed ottenendo quindi una seconda laurea. Grazie ad un corso di astronomia dove spiccò tantissimo per le sue capacità gettò le basi per quella che sarebbe stata la sua futura carriera. Nel 1893 completò il suo primo lavoro all’Osservatorio di Harvard College il quale le permise di essere assunta da Edward Charles Pickering come “computer umano femminile”, ruolo il quale richiedeva di misurare e catalogare la luminosità delle stelle impresse nelle lastre fotografiche dell’osservatorio: purtroppo in quegli anni alle donne era precluso l’accesso ai telescopi. Pickering assegnò a Leavitt lo studio delle “stelle variabili”, ovvero quelle stelle che durante il tempo variano la loro luminosità in modo più o meno regolare. Dopo anni ed anni di studi intensi che videro il culmine nel 1908 con la pubblicazione dei risultati di Leavitt negli Annali dell’Osservatorio Astronomico dell’Harvard College la stessa astronoma notò uno schema dietro il comportamento di una particolare classe di stelle variabili, quelle in seguito furono note come Cefeidi. Henrietta Swan Leavitt si accorse che queste stelle tanto più erano luminose più era lungo il loro periodo di pulsazione della luminosità ed il trend era ben descrivibile da una precisa legge. In termini più tecnici, lei scrisse che il logaritmo del periodo di pulsazione delle stelle era linearmente correlato al logaritmo della luminosità media di questa classe di stelle. Stimando il periodo di pulsazione di una stella identificata come Cefeide si può quindi conoscere la sua luminosità propria, la quale può essere confrontata con la luminosità di una Cefeide di riferimento di cui si conosce la distanza con altri metodi in modo da ottenere infine la distanza della Cefeide inizialmente osservata. Questo risultò un grande balzo in avanti per la comunità scientifica.
Addirittura Hubble, grazie alla legge scoperta da Leavitt, riuscì a misurare la distanza della Galassia di Andromeda, verificando che si trattasse in effetti di un oggetto fuori dalla nostra Galassia. La vita di questa astronoma era costellata di meritati successi accademici ma non fu tutto facile per lei: durante i suoi studi perse progressivamente l’udito per colpa di una malattia e si spense per un cancro nel 1921 a Cambridge. Una donna dalle capacità straordinarie e dall’intelligenza solare, lasciò un vuoto nei colleghi e nel mondo dell’astrofisica. Ma la sua morte non fu vana: lei riuscì, tra le tante, a dimostrare cosa potevano e possono fare le donne anche in contesti dove vengono limitate da retrograde convinzioni sessiste.
Autore: Biagio De Simone
Fonti:
https://www.astronomiamo.it/DivulgazioneAstronomica/Scheda-Biografia/Henrietta/Swan%20Leavitt
https://www.facebook.com/amightygirl
Foto copertina: tratta dalla pagina Facebook “A Mighty Girl”
