IL GRANDE SUCCESSO DELLA MISSIONE DART

Sono passati molti mesi dal lancio della missione spaziale Dart, il Double Asteroid Redirection Test, che fu accolta con grande interesse dalla comunità scientifica internazionale. Una missione con un obiettivo ambizioso: provare a deviare un asteroide; la prima missione di difesa planetaria mai intrapresa.

La missione fu lanciata a bordo di un razzo Space X Falcon 9 e al suo interno era presente anche un piccolo satellite interamente costruito in Italia, che portava il nome di LiciaCube.
LiciaCube è stato realizzato da Argotec, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana. Il suo computo è stato quello di fotografare e acquisire i dati dell’impatto.

Il bersaglio della missione è stato il piccolo asteroide Dimorphos, una roccia di circa 170 metri di diametro che si trova in orbita intorno al più grande Didymos; insieme formano un sistema binario. L’obiettivo era quello di provare a deviare la traiettoria dell’asteroide, con lo scopo di verificare le potenzialità di un impatto cinetico come arma per la salvaguardia della Terra.

Il compito del piccolo satellite LiciaCube è stato quello di documentare l’impatto fornendoci immagini spettacolari dell’accaduto.

 Rappresentazione artistica della missione Dart con il nanosatellite LiciaCube. Crediti: Argotec

Nella notte del 27 settembre 2022 la sonda Dart della Nasa ha colpito il piccolo asteroide conseguendo il primo successo della missione.
Le immagini che ci sono giunte dal piccolo satellite italiano sono state incredibili. Il satellite si è separato due settimane prima dell’impatto dalla sonda Dart in modo da avere il tempo di raggiungere una posizione ottimale alla documentazione dell’impatto.
Immagini che non abbiamo avuto l’opportunità di visionare in breve tempo in quanto Licia Cube possiede un’antenna molto piccola e la trasmissione delle informazioni è più lenta.

Immagine catturata da LiciaCube dell’impatto della sonda Dart. Crediti: ASI/NASA

Tuttavia le analisi non si sono fermate lì, in quanto la cosa maggiormente interessante è stato cercare di capire se l’impatto avesse avuto un effetto. Per determinare  il vero successo della missione occorreva capire se effettivamente fossimo riusciti a deviare la traiettoria del piccolo asteroide.

Dart ha colpito l’asteroide frontalmente, quindi quello che ci aspettava era una diminuzione del periodo e del raggio orbitale, avendogli fatto perdere energia cinetica.
I risultati non hanno deluso le aspettative, il periodo orbitale di Dimorphos attorno a Didymos è diminuito di ben 32 minuti con un’incertezza di 2 minuti.
Un risultato oltre le più rosee aspettative dato che ci aspettava una diminuzione del periodo di soli 10 minuti.Altri osservatori importanti della missione Dart sono stati il telescopio Hubble e il James Webb. Tuttavia, per poter fare queste osservazioni non è stato semplice; i telescopi spaziali sono infatti progettati per osservare oggetti fermi e non in movimento. Sono stati quindi effettuati diversi test per poter mettere a punto una strategia che permettesse di raggiungere questo obiettivo. Per il telescopio James Webb l’osservazione è stata fatta con lo strumento NirCam. Gli strumenti hanno osservato il luogo dell’impatto sia prima che dopo la collisione.
Nelle immagini sono visibili i detriti che si allontanano dall’asteroide successivamente all’impatto.

L’asteroide Dimorphos ripreso da Hubble Space Telescope dopo l’impatto. Crediti: Nasa, Esa, Jian-Yang Li (Psi), Alyssa Pagan (Stsci)
Immagine del telescopio James Webb successivamente all’impatto. Crediti: Nasa, Esa, Csa, Cristina Thomas (Northern Arizona University), Ian Wong (Nasa-Gsfc), Joseph DePasquale (Stsci)

La missione è stata un grandissimo successo. Siamo riusciti a dimostrare la possibilità di poter deviare un asteroide di 170 metri di diametro; un oggetto che nell’ipotesi in cui dovesse impattare la Terra potrebbe causare effetti catastrofici.

I risultati scientifici della missione sono stati pubblicati da poco su Nature; in questi lavori troviamo tra gli autori anche il team di LiciaCube composto da ricercatori di Asi, Inaf, Ifac-Cnr, Politecnico di Milano, Università di Bologna e Università Parthenope.

Autore: Vito Saggese

Fonti:

https://www.media.inaf.it/2021/11/24/lancio-dart/

https://www.media.inaf.it/2022/10/11/abbiamo-spostato-un-asteroide/

https://www.media.inaf.it/2023/02/17/jwst-osserva-dart/

ARTICOLI NATURE:

https://www.nature.com/articles/s41586-023-05805-2

https://www.nature.com/articles/s41586-023-05878-z

https://www.nature.com/articles/s41586-023-05811-4

https://www.nature.com/articles/s41586-023-05810-5

https://www.nature.com/articles/s41586-023-05852-9

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