Verso i confini del Sistema Solare e oltre

Quando pensiamo al Sistema Solare la prima cosa che ci viene in mente è l’immagine della nostra stella intorno alla quale ruotano i pianeti. In realtà, i corpi celesti che subiscono gli effetti gravitazionali del Sole e che quindi gli orbitano attorno sono tantissimi.

Oltre l’orbita di Nettuno, l’ultimo pianeta propriamente detto, si apre il regno dei cosiddetti oggetti trans-nettuniani che, nel loro insieme, formano una grossa ciambella che circonda l’intero Sistema Solare: la fascia di Kuiper. Questa zona si estende dalle 30 alle 50 Unità Astronomiche o AU (sta per astronomical unit, questa unità di misura equivale alla distanza media tra Terra e Sole) ed è da questa zona che provengono le comete di corto periodo cioè quelle, come la famosa cometa di Halley, il cui tempo di rivoluzione è inferiore ai 200 anni. A questa zona appartengono anche dei pianeti nani come Plutone, Makemake e Haumea. 

Molto oltre la fascia di Kuiper, in una zona tecnicamente detta disco diffuso, a circa 100 AU, si trova 90377 Sedna, o semplicemente Sedna, dal nome della dea inuit del mare. Questo pianeta nano, la cui scoperta è stata confermata nel 2004, è tra gli oggetti più lontani a noi noti che appartengono al Sistema Solare ed è un piccolo mondo ghiacciato con un diametro di circa 1300 km, temperature che non superano mai i -240°C, di colore piuttosto rossastro e fatto principalmente di metano, azoto e anche una piccola parte d’acqua. 

Il metano e l’azoto presenti in grandi quantità su questo corpo celeste sono la causa del suo colore. La radiazione ultravioletta proveniente dal Sole fa in modo da catalizzare una reazione tra le due molecole, il cui prodotto viene chiamato tolina che, quando cade al suolo, produce il caratteristico colore rossastro. Questa particolare reazione chimica avviene molto spesso nel Sistema Solare esterno: anche alcune zone della superficie di Plutone presentano questa particolare colorazione.

Gli astronomi hanno calcolato che Sedna raggiungerà il punto della sua orbita più vicino al Sole – detto perielio – fra circa 70 anni e che in quel momento esso si troverà ad una distanza dal Sole di circa 75 AU, ma la particolarità più sconvolgente di questo pianeta nano è che la sua orbita è estremamente eccentrica perché il suo afelio, il punto più lontano, si troverebbe addirittura a 900 AU dalla nostra stella. Infine, è stato calcolato che il tempo di rivoluzione dovrebbe essere di circa 10500 anni.

Dimensioni di Sedna paragonati ad altri corpi celesti (https://www.jpl.nasa.gov/images/pia05567-sedna-size-comparisons-artists-concept)

Quale sia il motivo per cui Sedna si trovi così lontano o perché mai abbia un’orbita così eccentrica non è perfettamente chiaro e sono state avanzate svariate ipotesi: 

  • Una stella potrebbe essersi avvicinata al neonato Sistema Solare perturbandolo e scaraventando alcuni corpi verso il disco diffuso;
  • Il Sole, al momento della sua nascita, poteva appartenere ad un ammasso stellare da cui si è poi allontanato ma l’interazione gravitazionale con le altre stelle potrebbe aver prodotto la stessa migrazione;
  • Sedna potrebbe non essere nato nel nostro sistema ma essere stato catturato dal Sole in un passaggio ravvicinato con una stella di piccola massa; 
  • Un’ultima ipotesi è quella per cui esisterebbe un fantomatico pianeta X con una massa dell’ordine di 1 o 2 masse terrestri oltre l’orbita di Nettuno, ma che non è stato ancora osservato. Questo nuovo pianeta potrebbe aver scaraventato oggetti come Sedna alla periferia estrema del Sistema Solare come una specie di fionda.

Al momento non sappiamo quale sia la verità sulle caratteristiche peculiari di Sedna ma molti di questi scenari implicano l’esistenza di un grosso guscio che circonda il Sistema Solare e che si estenderebbe tra l’orbita di Sedna (abbiamo detto che si trova a circa 100 AU dal Sole) fino a distanze enormi dell’ordine di 10.000 AU. Si è ipotizzato che questa zona, chiamata nube di Oort, sia il luogo da dove provengono tutte le comete di lungo periodo e che contenga i più antichi e meno contaminati “reperti” del Sistema Solare. Purtroppo, c’è una bella differenza tra ipotizzare l’esistenza di qualcosa e l’affermare che esista davvero.

Sembra che Sedna possa appartenere alla nube di Oort interna e, se ciò si rivelasse vero, potrebbe fornire numerosissime informazioni sulla nascita del Sole e di tutto il Sistema Solare. Nuovi studi verranno sicuramente portati avanti nei prossimi 70 anni durante i quali Sedna continuerà ad avvicinarsi a noi. La speranza è quella di poter continuare a svelare i segreti di questo particolare corpo celeste che, con un po’ di fortuna, riuscirà a rivelare particolari in più su come siamo nati.

 Orbita di Sedna (https://www.jpl.nasa.gov/images/pia05569-sedna-orbit-comparisons)

A cura di Fabio Aratore

Riferimenti bibliografici:

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