FORMAZIONE DEI PICCOLI PIANETI

Fino al 1995, meno di 30 anni fa, cercare di rispondere alla domanda su come i sistemi planetari si formano è stato estremamente complicato; dato che potevamo verificare le nostre teorie solamente con un caso reale, il nostro Sistema Solare.
Le cose sono cambiate negli ultimi anni. Grazie a importanti missioni per la ricerca di esopianeti come Kepler siamo stati in grado di scoprire tantissimi pianeti appartenente a sistemi planetari. I sistemi planetari trovati mostrano spesso caratteristiche molto diverse da quelle del nostro sistema.
Un esempio di oggetti differenti da quelli che troviamo nel nostro vicinato sono gli Hot Jupiter, pianeti dotati di massa confrontabile con quella di Giove ma che orbitano ad una distanza molto ravvicinata alla loro stella. Questi pianeti sicuramente non si sono formati in quella zona, ma dopo essersi formati in zone più periferiche del sistema devono aver migrato nella zona interna.
Studiare sistemi diversi dal nostro è quindi di fondamentale importanza per comprendere i vari meccanismi che portano alla formazione planetaria e all’evoluzione dei sistemi, soprattutto in ottica di voler capire come si sia formato il Sistema Solare.
Grandi progressi in quest’ottica li stiamo facendo negli ultimi anni grazie ai grandi radiointerferometri come Alma, che con la loro alta sensibilità possono ottenere immagini nitide dei dischi protoplanetari, condensati di gas e polveri intorno a giovani stelle.
Di recente un team di ricercatori dell’università di Waewck hanno sviluppato una nuova interessante ipotesi su come potrebbero formarsi i pianeti di piccole dimensioni. Il team ha mostrato come un pianeta piccola può originarsi grazie a due pianeti di grandi dimensioni, attraverso un processo di “formazione a sandwich”.

I due grandi pianeti limiterebbero l’afflusso di materiale verso il pianeta che si trova nel mezzo, facendo così in modo che esso non possa crescere in dimensioni. 

«Nell’ultimo decennio, le osservazioni hanno rivelato l’esistenza di anelli e vuoti nei dischi protoplanetari. Gli spazi vuoti sono dove ci aspettiamo che si trovino i pianeti e, grazie alla teoria, sappiamo che i pianeti causano la formazione di anelli di polvere proprio all’esterno di essi […] Nel nostro studio, proponiamo che gli anelli siano luoghi di formazione di pianeti; in particolare, che in essi si stiano formando pianeti a sandwich. Questa è una visione molto differente da quella convenzionale sulla formazione dei pianeti, in cui ci si aspetta che essi si formino in sequenza dall’interno verso l’esterno del disco e che diventino sempre più massicci verso l’esterno. Ciò che è davvero interessante è che ci sono esempi che abbiamo trovato dalle osservazioni di esopianeti che mostrano effettivamente questa architettura di pianeti a sandwich, dove il pianeta centrale è meno massiccio dei suoi vicini» spiega Farzana Meru, ricercatrice del Dipartimento di Fisica dell’Università di Warwick.

Autore: Vito Saggese

Fonti:

https://www.media.inaf.it/2023/07/05/formazione-a-sandwich-per-i-piccoli-pianeti/

Rappresentazione artistica di un sistema planetario in formazione. Credit:Mark Garlick/University of Warwick

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