In queste sere, subito dopo il tramonto, possiamo ammirare in tutto il suo splendore il pianeta Venere grazie al fatto che si trova abbastanza vicino a noi e che la sua atmosfera sia ricca di nubi che riflettono la luce solare.
Ebbene se in questo momento ci trovassimo ad orbitare intorno alla stella LTT 9779, una nana gialla molto simile al nostro Sole che si trova nella costellazione dello Scultore e distante da noi 263 anni luce vedremo uno scenario ancora più incredibile! Intorno a questa stella orbita un pianeta delle dimensioni di Nettuno (ha una massa pari a 30 volte quella terrestre e un raggio quasi 5 volte il raggio della Terra) che ha una riflettività altissima.
La grandezza che descrive la capacità di un corpo di riflettere la luce che incide su di esso è detta albedo, ed è un numero che va da 0 ad 1: a 0 il corpo non riflette nulla mentre ad 1 riflette il 100% della luce. La Terra ha un albedo di circa 0.3, mentre l’esopianeta in questione ha un albedo di 0.8! Ciò significa che riflette l’80% della luce proveniente dalla sua stella.
All’inizio gli scienziati erano scettici e il motivo è presto detto: il pianeta si trova ad una distanza dalla stella di circa 0.02 AU, ossia 1/50 della distanza Terra-Sole, in pratica è vicinissimo! E un pianeta così vicino implica anche temperature elevatissime: infatti si stima che la temperatura del lato del pianeta rivolto verso la stella sia di circa 2000°.
Praticamente si ha un pianeta delle dimensioni di Nettuno che orbita molto vicino ad una stella come il Sole con temperatura: questo tipo di esopianeti è detto nettuniano ultracaldo e, grazie alla sua particolarità, è un pianeta che si trova nella zona del deserto dei nettuniani caldi, ossia un pianeta di massa simile a quella di Nettuno con periodo orbitale intorno alla propria stella di qualche giorno. Si chiama deserto perché in quella regione del piano dove sugli assi ci sono massa e periodo orbitali è presente un numero piccolissimo di pianeti.
E’ stato scoperto grazie al satellite Cheops, che ha osservato il pianeta nel momento in cui andava dietro la stella e quando riappariva dalla parte opposta. E in quest’ultima fase è stato riscontrato un aumento di luminosità dovuto all’alta riflettività del pianeta.
C’era un problema di fondo però: un pianeta così vicino alla stella e con una massa del genere, come ha fatto a preservare la sua atmosfera? La risposta è stata data dai ricercatori Inaf e risiede nel fatto che un’alta presenza di elementi pesanti presenti nel pianeta si sia condensata impedendo la fuoriuscita dal pianeta di idrogeno ed elio bloccando così il dissolvimento dell’atmosfera.
La storia finisce qui? Ovviamente no, perché adesso questo pianeta diventerà oggetto di osservazione di telescopi ancora più potenti come Hubble e Keck che potranno darci ulteriori informazioni su questo sistema molto singolare
A cura di Paolo Rota
Fonte: https://www.media.inaf.it/2023/07/10/cheops-osserva-il-pianeta-piu-brillante-di-sempre/