RISOLTO IL PROBLEMA DEL SATELLITE EUCLID

Sono passati 4 mesi dal lancio del satellite Euclid ma l’inizio delle operazioni scientifiche è stato ritardato a causa di un problema tecnico.

Euclid è un telescopio spaziale di grandi dimensioni sviluppato dall’agenzia spaziale ESA; il suo scopo è quello di indagare la storia dell’espansione dell’universo e della formazione delle strutture cosmiche misurando il redshift delle galassie, ovvero lo spostamento verso il rosso della radiazione elettromagnetica emessa. Queste osservazioni ci permetteranno di andare indietro nel tempo di 10 miliardi di anni.
Riuscire a datare le galassie e ad osservarne la forma permetterà di comprendere il ruolo dell’energia oscura nell’evoluzione dell’universo.
Euclid cercherà anche effetti di lente gravitazionale dovuti alla presenza di materia oscura, permettendo di stimarne la quantità e cercando di comprendere la distribuzione nell’universo.
Ricordiamo che la lente gravitazionale è un effetto che si ha quando la luce di una sorgente che è posta dietro un’altra massa come una galassia o un addensamento di materia oscura viene deflessa, con la conseguenza di osservare immagini distorte o multiple della sorgente.
Grazie a tutte queste misurazioni Euclid sarà in grado di comprendere come le proprietà della materia oscura variano man mano che  guardiamo più indietro nel tempo.

Per la costruzione del satellite se ne è occupata un’azienda italiana, la Thales Alenia Space.
Le misurazioni sono fatte grazie a due potenti strumenti: VIS e NISP.
Il VIS è una telecamera che opera nel visibile e consente la misurazione della deformazione delle galassie._
Il NISP è invece lo strumento che permette di fare spettrometria e misurare gli spostamenti verso il rosso.

Dopo un tempo di 30 giorni di viaggio il satellite ha raggiunto la sua zona da dove opererà, il punto lagrangiano L2. Zona dove si trova già il telescopio spaziale James Webb.
Nel corso della sua missione principale, prevista di una durata di 6 anni, il satellite osserverà circa un terzo del cielo concentrandosi prevalentemente sulle zone al di fuori della nostra galassia.

Ci eravamo lasciati qualche settimana fa con un problema che stava affliggendo Euclid, un problema emerso sul sensore di guida fine (Fgs, fine guide sensor).
Durante la missione, Euclid ha bisogno di continuamente di un preciso controllo di assetto, a questo scopo il sistema di controllo orbitale contiene sia uno star tracker che un sensore di guida fine.
Lo star tracker serve per un primo puntamento approssimativa mentre il sensore di guida fine viene sfruttato per compensare gli effetti delle deformazioni termiche.

I problemi che sono emersi su Euclid hanno afflitto proprio questo strumento.
Sebbene tutti gli altri strumenti stanno funzionando alla perfezione si sono presentati casi sporadici in cui il sistema di puntamento fine falliva facendo perdere il puntamento, che necessita di una precisione mai raggiunta prima in una missione spaziale.
Accadeva che i segnali prodotti dai raggi cosmici superavano i segnali delle stelle reali mettendo in confusione il sensore.

L’azienda che lo ha sviluppato ha lavorato intensamente nelle ultime settimane ad un aggiornamento software che permettesse di risolvere il problema.

Dopo aver testato il software su un modello a terra, è stato provato per 10 giorni sul satellite in orbita con ottimi risultati.
«La fase di performance verification interrotta ad agosto è ora pienamente ripresa e tutte le osservazioni vengono svolte correttamente, questa fase durerà fino alla fine di novembre, ma siamo fiduciosi che le prestazioni della missione si dimostreranno eccezionali e che le regolari osservazioni scientifiche potranno iniziare successivamente». », dice  Giuseppe Racca, project manager di Euclid.

A cura di Vito

Fonti:
https://www.media.inaf.it/2023/10/06/euclid-fgs-ready/
https://www.media.inaf.it/2023/09/15/euclid-patch-fgs/
https://www.media.inaf.it/2023/10/03/commissioning-euclid/

Crediti:ESA

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