Nel corso di questa settimana che si sta concludendo è stato pubblicato un articolo su Nature dove viene riportata una straordinaria scoperta effettuata dagli astronomi; è stato osservato per la prima volta un disco intorno ad una giovane stella massiccia (Hh 177) nella Grande Nube di Magellano.
La Grane Nube di Magellano, insieme alla Piccola Nube di Magellano, è una galassia satellite della nostra Via Lattea, che si trova quindi relativamente vicina a noi.
La scoperta è stata possibile grazie all’ Atacama Millimiter/submillimeter Array (ALMA) situato in Cile, a 5000 metri di altitudine, di cui è partner l’osservatorio Europeo (ESO). E’ costituito da un gruppo di 66 radiotelescopi il cui diametro varia tra i 7 e i 12 metri che osserva a lunghezze d’onda millimetriche e sub-millimetriche.
“Quando ho visto per la prima volta la prova di una struttura rotante nei dati ALMA non potevo credere che avessimo rilevato il primo disco di accrescimento extragalattico, è stato un momento speciale”, dice Anna McLeod, professoressa associata alla Durham University.
I dischi situati intorno alle stelle più giovani costituiscono il luogo dove, nel corso degli anni, si formano i pianeti ed è per questo che prendono anche il nome di dischi protoplanetari.
Secondo i modelli di formazione attuali quando una stella si forma dal collasso gravitazionale all’interno delle nubi molecolari , parte del materiale, che possiede un momento angolare, determina la formazione del disco.
I dischi di accrescimento sono stati osservati principalmente intorno a stelle giovani e di piccola massa. Recentemente sono stati osservati anche intorno a stelle molto massive ma questi sistemi sono tutti situati all’interno della nostra Galassia. Questa scoperta è, quindi, il primo rilevamento di una struttura gassosa intorno ad una stella massiccia non appartenente alla Via Lattea.
Lo studio della formazione delle stelle massicce risulta più complicato rispetto a stelle di minor massa a causa della loro vita più breve. Nella nostra galassia quelle in formazione le troviamo quasi tutte oscurate dalle polveri da cui nascono. Nella nube di Magellano le cose però sono più semplici, grazie ad una minore quantità di polveri, la stella Hh 177 non è più circondata, offrendo agli astronomi una visione senza ostacoli dei meccanismi di formazione di stelle e pianeti.
Con questa scoperta abbiamo avuto ancora una volta un assaggio delle potenzialità dei nuovi strumenti che hanno dato inizio ad una nuova era per l’astronomia. Grazie ai potenti strumenti a nostra disposizione possiamo comprendere meglio la formazione stellare e planetaria non più guardando solo nel nostro vicinato ma anche osservando in una galassia diversa dalla nostra.
A cura di Vito Saggese
Fonti:
https://www.nature.com/articles/s41586-023-06790-2
https://www.media.inaf.it/2023/11/30/disco-stellare-extraglattico/