Iniziamo la settimana con la rubrica dedicata all’astrofotografia; la foto di oggi ci regala uno sguardo affascinante su uno degli ammassi aperti più celebri, situato nella costellazione del Toro: le Pleiadi.
Le Pleiadi si collocano a una distanza di circa 440 anni luce dalla Terra, rendendole uno degli ammassi stellari più prossimi al nostro pianeta. Il loro colore bluastro le rende un punto di riferimento visivo nell’osservazione del cielo notturno e sono spesso utilizzate per orientarsi tra gli oggetti celesti. Questo splendido ammasso è visibile ad occhio nudo da entrambi gli emisferi terrestri.
Questo gruppo di stelle giovani ha avuto origine dalla stessa nube di gas e polveri, circa 100 milioni di anni fa, formando così un ammasso aperto. Il nucleo dell’ammasso ha un raggio di circa 8 anni luce e brilla grazie alla presenza di giovani stelle blu. In condizioni di osservazione favorevoli, è possibile individuare fino a 14 di queste stelle senza l’ausilio di strumenti astronomici.
Un dettaglio intrigante è la presenza di molte nane brune all’interno dell’ammasso. Questi oggetti non hanno la massa sufficiente per innescare le reazioni di fusione nucleare e diventare stelle a tutti gli effetti.
Le Pleiadi non sono solo oggetto di studio astronomico; hanno anche un ricco significato culturale e mitologico in varie società antiche. Nella mitologia greca, le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante e Pleione, trasformate in stelle per sfuggire alla caccia insistente di Orione. Il mito spiega anche perché soltanto sei delle Pleiadi siano comunemente visibili ad occhio nudo, con Merope, la settima sorella, spesso descritta come meno luminosa per essersi ritirata dalla vista umana dopo aver sposato un mortale.
Una curiosità affascinante è legata al logo della casa automobilistica giapponese Subaru, che raffigura proprio le Pleiadi. Nella tradizione giapponese, le Pleiadi sono chiamate “Subaru”, che significa “unire”. Questo si lega alla storia dell’azienda, nata come fusione di sei diverse società.
La foto è stata scattata utilizzando la seguente strumentazione:
- Rifrattore APO SVBONY 102 ED 714 ridotto a 570
- Camera Omegon Vetec 571 C – 5
- Filto Optlong UV IR CUT – Optolong L – PRO
- Montatura equatoriale EQ6 – R PRO
- Camera guida Player One Ceres – M
Autore del testo: Vito Saggese
Fotografia di Edmondo Giuliano