Oggi parliamo di un asteroide molto particolare. 10199 Chariklo deve il suo nome a Çalhanoğlu, centrocampista offensivo dell’Inter. Scherzi a parte, il suo nome viene da quello della ninfa Cariclo.
Non ci espanderemo oltre sulla mitologia, ma parleremo delle caratteristiche di questo oggetto.
Scoperto nell’ormai lontano 1997 e largo 302 km, la particolarità di questo asteroide risiede nella presenza attorno ad esso di due sistemi di anelli che lo rendono il più piccolo oggetto del Sistema Solare a possederli. Ma come mai è circondato da queste peculiari strutture?
Chariklo è un asteroide centauro, vale a dire che si trova tra l’orbita di Giove e quella di Nettuno ed è caratterizzato dalla presenza di elementi ghiacciati. Non è insolito quindi registrare, in questa zona del Sistema Solare, la presenza di elementi in forma di ghiacci ed è appunto questa la composizione degli anelli di Chariklo.
La loro presenza non è proprio una novità: infatti la loro scoperta risale al 2013, anno in cui fu sfruttato il transito di questo asteroide di fronte ad una stella per dedurne la forma in base all’affievolimento della luce osservata. All’epoca fu interessante constatare che l’oscuramento si ebbe addirittura 7 secondi prima e dopo il transito dell’asteroide davanti alla stella, confermando la presenza di enti estesi di minore densità attorno a Chariklo.
Gli anelli sono due e sono ubicati attorno all’asteroide nel seguente modo: il primo, detto Oiapoque, si trova a 391 km da Chariklo ed è largo 6 km, mentre Chuí, con una larghezza di circa 3-4 km, dista 405 km dall’asteroide. Come riportato sopra, la composizione di questi anelli è prettamente glaciale.
Una conferma ulteriore della loro presenza arriva anche dalle osservazioni del potentissimo James Webb Space Telescope. E non solo. Il telescopio spaziale ha permesso di determinare la natura della superficie dell’asteroide, confermando la composizione cristallina dei ghiacci. Ciò implica che la superficie dell’asteroide è ancora soggetta al bombardamento di altri oggetti più piccoli (meteoriti) che disperdono il ghiaccio frammentato nello spazio circostante.
Serviranno ulteriori osservazioni in futuro per discernere al meglio le proprietà degli anelli e quelle dell’asteroide principale. Nel frattempo, siamo tutt’orecchi in attesa di nuove ed entusiasmanti scoperte nel nostro vicinato spaziale!
A cura di Biagio
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