Iniziamo la settimana con uno degli oggetti più suggestivi del nostro cielo: la Nebulosa Granchio.
Questa nebulosa è il primo oggetto del catalogo stilato dal famoso astronomo Charles Messier e, infatti, è denominata anche come M1.
Questo oggetto si trova nella costellazione del Toro: è possibile localizzarlo a circa 1.5° dalla stella Zeta Tauri che compone il corno meridionale del Toro ed è facilmente osservabile come una macchiolina irregolare già con un binocolo 10×50.
La Nebulosa del Granchio dista oltre 6500 anni luce da noi ed è in continua espansione ad una velocità di circa 1500 km/s.
La sua origine è dovuta ad una esplosione di supernova da parte di una stella progenitrice con massa stimata tra le 10 e le 30 masse solari. Dopo questo fenomeno tanto violento quanto affascinante ciò che è rimasto è un piccolo oggetto del diametro di 30 km chiamato pulsar. Le pulsar oggetti molto compatti con massa confrontabile con quella del Sole che ruotano su sé stessi a velocità incredibili!
Pensate che la pulsar in questione effettua un giro completo in appena 33 ms ossia poco più di 3 centesimi di secondo!
Come si può vedere dall’immagine la nebulosa presenta delle strutture filamentose che derivano da quella che un tempo era l’atmosfera stellare, formata principalmente da idrogeno ed elio. Sono state osservate, seppur con percentuali minori, anche tracce di carbonio, ossigeno, azoto, neon e zolfo. Si stima che la massa totale della Nebulosa corrisponda a quella di 4-5 soli.
Grazie ad uno studio in collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la Nasa è stato possibile mappare, attraverso le osservazioni nell’X del telescopio Ixpe, l’intera struttura del campo magnetico di questo oggetto.
Ma una delle notizie più interessanti su questo oggetto riguarda la sua storia osservativa. Il primo astronomo ad osservarla fu John Bevis nel 1731 (solo nel 1758 Messier la introdusse nel suo catalogo). Da allora si sono susseguite altre osservazioni dove si notava la sua espansione graduale: gli astronomi sono riusciti a risalire alla data in cui la nebulosa si è formata, ovvero intorno all’XI secolo . E numerose fonti (disegni, scritture ed altro) riportano che nel 1054 apparve nei cieli un oggetto talmente luminoso da poter essere osservato persino di giorno. Solo il Sole e la Luna piena erano più luminosi!
L’oggetto rimase visibile durante il dì per 23 giorni consecutivi e scomparve completamente quasi dopo 2 anni dalla sua prima apparizione. Gli unici oggetti con questo tipo di comportamenti sono le Supernovae, motivo per il quale si associa a questo fenomeno avvenuto il 4 luglio del 1054 l’origine della Nebulosa del Granchio.
Di seguito sono riportati i dati tecnici della Nebulosa del Granchio ripresa dal nostro socio Giovanni Fiume:
Ripresa effettuata durante 5 sere, tra il 10 ottobre e il 15 novembre, dal mio balcone di Salerno.
Cielo Bortle 7.5.
È stata usata una camera QHY268 mono con ruota portafiltri Starlight Xpress 7×36 mm, applicata ad un rifrattore apocromatico Tecnosky 115 f/7 ridotto a f/5.6, su montatura Orion Atlas Pro AZ/EQ-G.
E’ una composizione bicolor Ha-OIII.
Antlia 3nm Narrowband H-alpha 36 mm: 61x300s (5h 5’)
Antlia 3nm Narrowband Oxygen III 36 mm: 62x300s (5h 10’).
Integrazione totale :10h 15’.
Elaborazione con DSS, Pixinsight e Photoshop 2024.
L’immagine finale mostrata è stata croppata del 50%.
Maggiori dettagli tecnici sono disponili al link: https://www.astrobin.com/z7a1l4/?nc=collection&nce=2013
A cura di Paolo Rota e Giovanni Fiume
Fonti:
https://www.media.inaf.it/2023/04/06/nebulosa-del-granchio-magnetismo-senza-segreti/
https://www.media.inaf.it/2021/07/08/misure-crab-nebula-lhaaso/
https://web.archive.org/web/20080705165241/http://seds.org/messier/more/m001_sn.html