LICIACUBE ANALIZZA LE POLVERI DI DIMORPHOS

Dopo più di un anno dalla conclusione della missione DART, dai dati sorprendenti del piccolo cubesat italiano, LiciaCube, continuiamo a ricavare importanti informazioni.

La missione DART (Double Asteroid Redirection Test) è un progetto spaziale della NASA che mirava a condurre il primo test in scala reale di una tecnica di difesa planetaria. Lanciata il 23 novembre 2021, la sonda spaziale Dart aveva come obiettivo principale quello di colpire l’asteroide binario Didymos, composto da un grande corpo principale chiamato Didymos e dal suo satellite più piccolo chiamato Dimorphos.

L’evento chiave della missione è avvenuto il 26 settembre 2022, quando la sonda Dart ha impattato Dimorphos alla velocità di circa 6,6 km/s. L’obiettivo era dimostrare che un impatto cinetico può alterare la traiettoria orbitale di un asteroide, fornendo così una tecnologia potenziale per la difesa planetaria contro oggetti near-Earth impact hazard, cioè asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra.

Nella missione DART era presente un cubesat italiano, LiciaCube. Progettato, costruito e operato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) in collaborazione con diverse istituzioni, LiciaCube ha svolto un ruolo cruciale nel monitorare e raccogliere dati prima e dopo l’impatto della sonda Dart con l’asteroide Dimorphos. Dotato di strumenti come Luke (LiciaCube Unit Key Explorer) e Leia (LiciaCube Explorer Imaging for Asteroid), LiciaCube ha permesso di ottenere importanti informazioni.

In un articolo pubblicato in questi giorni su Nature, la cui prima autrice è Elisabetta Dotto dell’Inaf di Roma, un gruppo internazionale di ricercatori ha analizzato la composizione della nube di detriti e polveri.

Elisabetta Dotto, che lavora al programma LiciaCube sin dalla sua ideazione, spiega in un’intervista per Media Inaf che la fase scientifica ha avuto inizio 71 secondi prima dell’impatto, quando si è registrata una rapida variazione di luminosità sull’asteroide. Viaggiando a 6,1 chilometri al secondo, LiciaCube ha effettuato un sorvolo dell’asteroide, avvicinandosi a soli 58 km da Dimorphos nel punto di massimo avvicinamento, acquisendo 426 immagini degli effetti post-impatto.

Le immagini fornite dal cubesat rappresentano un importante contributo alla comunità scientifica internazionale, essendo le uniche raccolte in situ durante la prima missione di difesa planetaria. La nube di detriti e polvere espulsa da Dimorphos ha creato uno spettacolare cono con un angolo di apertura di 140 gradi, rivelando una complessa struttura di filamenti, granelli di polvere e massi. La parte interna della coda mostrava un colore bluastro e diventava via via più rossa con l’aumentare della distanza dall’asteroide.

La ricercatrice Elisabetta Dotto evidenzia che la superficie di Dimorphos è diventata invisibile a causa del materiale espulso e che le immagini hanno fornito un’occasione unica per esaminare la natura di questi asteroidi binari; gli asteroidi sono ciò che resta di una fase del processo di formazione planetaria e studiarli fornisce importanti informazioni per le prime fasi di vita del nostro Sistema Solare. Inoltre, La dinamica delle particelle espulse rappresenta un affascinante laboratorio di meccanica orbitale, oggetto di studio prolungato da parte della comunità delle scienze planetarie.

Il contributo italiano alla missione LiciaCube è stato fondamentale, con il Politecnico di Milano, l’Università di Bologna e l’Università Parthenope di Napoli che hanno collaborato al progetto. Marco Zannoni, ricercatore presso l’Università di Bologna, sottolinea la sfida di guidare il nanosatellite LiciaCube, situato a 10 milioni di chilometri dalla Terra, in modo da posizionarsi nel punto giusto ed al momento giusto per scattare le foto dell’impatto di Dart con Dimorphos.

Il successo della missione dimostra che i cubesat sono pronti per missioni sia tecnologiche che scientifiche nello spazio profondo, confermando l’Italia come un attore principale in questo ambito. I dati e le immagini forniti da LiciaCube aprono nuove prospettive per la comprensione degli asteroidi binari e contribuiranno a ulteriori analisi dettagliate della missione Dart-LiciaCube nel campo della difesa planetaria.

A cura di Vito Saggese

Immagine dell’impatto tra l’asteroide Dimorphos e la sonda Dart. Crediti:  E. Dotto/Inaf/Asi

Fonti:

https://www.media.inaf.it/2024/02/28/liciacube-pennacchi-dart-dimorphos/

https://www.nature.com/articles/s41586-023-06998-2

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